#: locale=it ## Tour ### Descrizione tour.description = DIGIGITAL HUMANIST \ ### Titolo tour.name = TOUR 360 GESUALDO ## Skin ### Pulsante Button_0B73474A_2D18_CB95_41B5_180037BA80BC.label = PIAZZA UMBERTO I ▼ Button_0B73474A_2D18_CB95_41B5_180037BA80BC_mobile.label = PIAZZA UMBERTO I ▼ Button_17EA82B7_3106_0014_41C2_C9B0D9E6F22C.label = INDIETRO Button_17EA82B7_3106_0014_41C2_C9B0D9E6F22C_mobile.label = INDIETRO Button_17EAB2B7_3106_0014_41A7_209417AD3E9A.label = MONUMENTO AI CADUTI Button_17EAB2B7_3106_0014_41A7_209417AD3E9A_mobile.label = MONUMENTO AI CADUTI Button_17EAE2B7_3106_0014_41C7_DB7FC43AAEE0.label = CHIESA DEL SS ROSARIO Button_17EAE2B7_3106_0014_41C7_DB7FC43AAEE0_mobile.label = CHIESA DEL SS ROSARIO Button_17EB02B7_3106_0014_41AF_05D9AC36B189.label = COMUNE DI GESUALDO Button_17EB02B7_3106_0014_41AF_05D9AC36B189_mobile.label = COMUNE DI GESUALDO Button_17EB32B7_3106_0014_41C8_467BF6AECBE8.label = FONTANA DEI PUTTI Button_17EB32B7_3106_0014_41C8_467BF6AECBE8_mobile.label = FONTANA DEI PUTTI Button_17EB42B7_3106_0014_41B0_CE70CBDDF438.label = VAI AL TOUR ▼ Button_17EB42B7_3106_0014_41B0_CE70CBDDF438_mobile.label = VAI AL TOUR ▼ Button_8433808C_AA5E_1780_41CE_419CA9103260.label = PIAZZA NEVIERA ▼ Button_8433808C_AA5E_1780_41CE_419CA9103260_mobile.label = PIAZZA NEVIERA ▼ Button_8449F34C_AA5E_7A80_41DF_F4F5903464CF.label = CENTRO STORICO ▼ Button_8449F34C_AA5E_7A80_41DF_F4F5903464CF_mobile.label = CENTRO STORICO ▼ Button_85D81662_AAC6_7A80_41D8_676771A04358.label = INFO E CONTATTI Button_85D81662_AAC6_7A80_41D8_676771A04358_mobile.label = INFO E CONTATTI Button_85D8D662_AAC6_7A80_4180_BDA2546312AF.label = GUARDA IL VIDEO Button_85D8D662_AAC6_7A80_4180_BDA2546312AF_mobile.label = GUARDA IL VIDEO Button_85DA4661_AAC6_7A80_41D0_3300F5043FB2.label = VAI AL TOUR▼ Button_85DA4661_AAC6_7A80_41D0_3300F5043FB2_mobile.label = VAI AL TOUR▼ Button_85DB5660_AAC6_7A80_41E2_936C5B815D6B.label = SALA CONFERENZE Button_85DB5660_AAC6_7A80_41E2_936C5B815D6B_mobile.label = SALA CONFERENZE Button_85DBC660_AAC6_7A80_41D2_3BB09BA4084A.label = IL CASTELLO Button_85DBC660_AAC6_7A80_41D2_3BB09BA4084A_mobile.label = IL CASTELLO Button_85DCE65F_AAC6_7A80_41BA_86F376E956F4.label = ESPOSIZIONE MUSEALE Button_85DCE65F_AAC6_7A80_41BA_86F376E956F4_mobile.label = ESPOSIZIONE MUSEALE Button_85DFE65E_AAC6_7A80_41C9_D1F922F7A369.label = INDIETRO Button_85DFE65E_AAC6_7A80_41C9_D1F922F7A369_mobile.label = INDIETRO Button_87BFB1AB_AA5A_1980_41CC_30F80F33B3B9.label = IL CASTELLO ▼ Button_87BFB1AB_AA5A_1980_41CC_30F80F33B3B9_mobile.label = IL CASTELLO ▼ Button_9A23CE60_AAFA_6A80_41E2_D4F6194B9301.label = VAI AL TOUR▼ Button_9A23CE60_AAFA_6A80_41E2_D4F6194B9301_mobile.label = VAI AL TOUR▼ Button_ACE37F1A_A26B_5C21_41D4_22747CE5C2E9.label = CORTILE Button_ACE37F1A_A26B_5C21_41D4_22747CE5C2E9_mobile.label = CORTILE Button_AD737138_A265_C462_41CA_796FFF3E058F.label = IL MUDI Button_AD737138_A265_C462_41CA_796FFF3E058F_mobile.label = IL MUDI Button_D88AC371_C982_7A51_41E6_EB19CD8DAB53.label = CARMEN GRELLA Button_DBE44BA0_C981_EAEF_41C9_D252169EFC97_mobile.label = CARMEN GRELLA Button_E78B595E_F70E_97EF_41DC_EF6545D739D3.label = VAI AL TOUR▼ Button_E78B595E_F70E_97EF_41DC_EF6545D739D3_mobile.label = VAI AL TOUR▼ Button_E78B895D_F70E_97ED_41A0_10F3179C474B.label = PALAZZO PISAPIA Button_E78B895D_F70E_97ED_41A0_10F3179C474B_mobile.label = PALAZZO PISAPIA Button_E78C895C_F70E_97F3_41DF_2387A243A565.label = INDIETRO Button_E78C895C_F70E_97F3_41DF_2387A243A565_mobile.label = INDIETRO Button_F864839E_F713_7B6F_41E5_99FF6569392F.label = CHIESA MADRE DI SAN NICOLA Button_F864839E_F713_7B6F_41E5_99FF6569392F_mobile.label = CHIESA MADRE DI SAN NICOLA Button_F864F39E_F713_7B6F_41C9_E9F7C845FD24.label = FONDOVALLE FREDANE Button_F864F39E_F713_7B6F_41C9_E9F7C845FD24_mobile.label = FONDOVALLE FREDANE Button_F86C8397_F713_7B7D_41EA_FA9119465D62.label = INDIETRO Button_F86C8397_F713_7B7D_41EA_FA9119465D62_mobile.label = INDIETRO Button_F86E739A_F713_7B77_41EE_3A23DDEE3B69.label = CHIESA DEL SS SACRAMENTO Button_F86E739A_F713_7B77_41EE_3A23DDEE3B69_mobile.label = CHIESA DEL SS SACRAMENTO Button_F86F739A_F713_7B77_41EB_C08F2FD0F7E0.label = FONTANA NEVIERA Button_F86F739A_F713_7B77_41EB_C08F2FD0F7E0_mobile.label = FONTANA NEVIERA ### Testo Multilinea HTMLText_062AD830_1140_E215_41B0_321699661E7F.html =
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DIGITAL HUMANIST


Il progetto "Digital Humanist" mira a sviluppare un insieme di competenze digitali e imprenditoriali agli studenti di estrazione umanistica delle università partner europee. Tali competenze sono utili ed orientate alla promozione dei beni culturali mediante l'uso della tecnologia(Digital Storytelling, web-com, web-series, sketch-com, 3D, realtà aumentata, applicazioni mobile) come catalizzatori dell'innovazione a supporto dell'evoluzione dei servizi digitali nella catena della fruizione del patrimonio culturale.



I RISULTATI ATTESI
Creazione di una rete internazionale di attori tra università, enti di formazione e consulenza, imprese, organizzazioni aziendali che integri competenze di natura accademica, tecnologica, metodologica e produttiva.
Progettazione di un nuovo curriculum universitario, basato sulla figura dell'Umanista Digitale, che consiste nel creare un quadro didattico internazionale che consente alle persone di sviluppare competenze chiave tra studi umanistici e ICT.
Redazione di un manuale per lo sviluppo del Digital Storytelling al fine di valorizzare il territorio per concepire, progettare e produrre storie emozionanti dedicate alla narrazione del patrimonio culturale.
Sviluppare forme di opportunità di apprendimento sociale/collaborativo attraverso l'ambiente di apprendimento DIGIT come spazio di apprendimento interattivo.
Un allineamento metodologico orientato allo sviluppo di competenze degli studenti necessarie al miglioramento del patrimonio culturale attraverso la creazione di contenuti multimediali.
Coinvolgimento di un numero considerevole di studenti, che avranno l'opportunità di utilizzare le risorse multimediali create, l' ambiente di apprendimento virtuale e il Manuale per la creazione di storie culturali digitali.
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DIGITAL HUMANIST


Il progetto "Digital Humanist" mira a sviluppare un insieme di competenze digitali e imprenditoriali agli studenti di estrazione umanistica delle università partner europee. Tali competenze sono vogliono essere utili ed orientate alla promozione dei beni culturali mediante l'uso della tecnologia(Digital Storytelling, web-com, web-series, sketch-com, 3D, realtà aumentata, applicazioni mobile) come catalizzatori dell'innovazione a supporto dell'evoluzione dei servizi digitali nella catena della fruizione del patrimonio culturale.



I RISULTATI ATTESI
Creazione di una rete internazionale di attori tra università, enti di formazione e consulenza, imprese, organizzazioni aziendali che integri competenze di natura accademica, tecnologica, metodologica e produttiva.
Progettazione di un nuovo curriculum universitario, basato sulla figura dell'Umanista Digitale, che consiste nel creare un quadro didattico internazionale che consente alle persone di sviluppare competenze chiave tra studi umanistici e ICT.
Redazione di un manuale per lo sviluppo del Digital Storytelling al fine di valorizzare il territorio per concepire, progettare e produrre storie emozionanti dedicate alla narrazione del patrimonio culturale.
Sviluppare forme di opportunità di apprendimento sociale/collaborativo attraverso l'ambiente di apprendimento DIGIT come spazio di apprendimento interattivo.
Un allineamento metodologico orientato allo sviluppo di competenze degli studenti necessarie al miglioramento del patrimonio culturale attraverso la creazione di contenuti multimediali.
Coinvolgimento di un numero considerevole di studenti, che avranno l'opportunità di utilizzare le risorse multimediali create, l' ambiente di apprendimento virtuale e il Manuale per la creazione di storie culturali digitali.
HTMLText_848AA9C4_AADA_E980_41C5_639C1A0F27FD.html =
LA FONTANA DEI PUTTI
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LA FONTANA DEI PUTTI
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Anticamente denominata fontana porta del pozzo per la predominanza che offriva agli altri collegamenti idrici e alle sorgenti naturali del paese , la fontana, poi, prende il nome dai suoi ornamenti, ovvero da due putti che sorreggono lo stemma della famiglia Gesualdo. Scolpita totalmente in pietra e ancora fluente, anche se non potabile, nonostante risalga agli inizi del XVII secolo.


Edificata precisamente nel 1605, data scolpita e ancora ben visibile, sotto la signoria di Carlo Gesualdo, la fontana dei Putti rappresenta uno dei simboli della Gesualdo antica e della Gesualdo di oggi.
Inizialmente collocata lungo le mura di difesa del borgo nei pressi della porta sita in corrispondenza del convento dei Celestini (divenuto l’attuale Municipio), poi nell'800, a seguito dei lavori per la realizzazione della strada di ingresso al castello, per volere di Giuseppe Catone, la fontana venne dislocata nell'attuale sito di via municipio (come la vediamo oggi).


Il bassorilievo, scolpito in pietra locale, ritrae due angioletti (putti) che sorreggono lo stemma civico di Gesualdo e due leoni dalle cui bocche sgorga l'acqua proveniente dalle sorgenti della Valle delle Canape.
I frutti scolpiti sulle paraste laterali (melograno, uva, fichi ecc.) rappresentano l’abbondanza che ne dava il territorio gesualdino.


Al maestoso contorno, in evidente contrasto, a padroneggiare tra le bocche di leone sgorganti l'acqua è l'immagine tenebrosa della dea Lilith.
Lilith è la divinità che rappresenta il mondo dei morti, e nella religione mesopotamica Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte.
Una rappresentazione simbolica che si prefigura come un avvertimento a non abusare dell'abbondanza per non incorrere poi nella sete e nelle malattie.
Intorno a questa fontana ruotano e si narrano numerose storie e aneddoti relativi a miracoli e visioni mistiche che mantengono accese passioni religiose e credenze popolari.
La fontana è situata ai piedi del Castello, e si posiziona al margine destro scendendo dallo scalone che collega le due piazze (Neviera e Umberto I).
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La fontana prende il nome dai suoi ornamenti, ovvero da due putti che sorreggono lo stemma della famiglia Gesualdo. Scolpita totalmente in pietra e ancora fluente nonostante risalga agli inizi del XVII secolo.
Intorno a questa fontana ruotano e si narrano numerose storie e aneddoti relativi a miracoli e visioni mistiche che mantengono accese passioni religiose e credenze popolari.
La fontana è situata ai piedi del Castello, e si posiziona al lato dello scalone che collega le due piazze (Neviera e Umberto I).
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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A causa dei vari avvenimenti che si sono succeduti nel corso dei secoli il Castello è privo di arredi e suppellettili. Attualmente, le sale interne del secondo piano sono arricchite da due mostre permanenti.


La prima è quella degli strumenti musicali curata dal prof. Luigi Sisto. Si tratta della prima ricostruzione degli strumenti appartenuti al principe madrigalista Carlo Gesualdo; nello specifico sono esposti due chitarre, una italiana e l’altra spagnola, un arciliuto, un organo da tavolo e un clavicembalo cromatico.
La seconda è quella dei costumi d’epoca della corte di Carlo Gesualdo; i 13 abiti sono stati realizzati dalla sig.ra Tecla Solomita e donati alla comunità di Gesualdo.


Sale museali:
Esposizione di documenti manoscritti, strumenti musicali e costumi d’epoca tardo Rinascimentale di personaggi che hanno fatto parte della vita del Principe (Spirito di Maria D'Avalos, Maria D'Avalos, Fabrizio Carafa, Emanuele Gesualdo, Isabella Gesualdo, Polissena Furstenberg, Torquato tasso, Carlo Borromeo, Alfonsino Gesualdo, Eleonora d'Este, Carlo Gesualdo)
- Sala Stravinsky
- Sala Conferenze



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A causa dei vari avvenimenti che si sono succeduti nel corso dei secoli il Castello è privo di arredi e suppellettili. Attualmente, le sale interne del secondo piano sono arricchite da due mostre permanenti.


La prima è quella degli strumenti musicali curata dal prof. Luigi Sisto. Si tratta della prima ricostruzione degli strumenti appartenuti al principe madrigalista Carlo Gesualdo; nello specifico sono esposti due chitarre, una italiana e l’altra spagnola, un arciliuto, un organo da tavolo e un clavicembalo cromatico.
La seconda è quella dei costumi d’epoca della corte di Carlo Gesualdo; i 13 abiti sono stati realizzati dalla sig.ra Tecla Solomita e donati alla comunità di Gesualdo.


Sale museali:
Esposizione di documenti manoscritti, strumenti musicali e costumi d’epoca tardo Rinascimentale di personaggi che hanno fatto parte della vita del Principe (Spirito di Maria D'Avalos, Maria D'Avalos, Fabrizio Caraffa, Emanuele Gesualdo, Isabella Gesualdo, Polissena Furstenberg, Torquato tasso, Carlo Borromeo, Alfonsino Gesualdo, Eleonora d'Este, Carlo Gesualdo)
- Sala Stravinsky
- Sala Conferenze



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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
HTMLText_982D21C5_AAC6_3980_41D0_6F05CC29E946.html =
Il CASTELLO E L'ESPOSIZIONE MUSEALE
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Il CASTELLO E L'ESPOSIZIONE MUSEALE
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La seconda piazza principale di Gesualdo prende nome dal Re Umberto I, denominata tale in suo onore, nella quale sè presente la fontana della Neviera.


La grande fontana seicentesca si posiziona nel centro della piazza e si presenta a forma circolare; denominata anche “rotonda della névèra” poiché, anticamente, veniva utilizzata per congelare e mantenere freschi i cibi degli abitanti del posto durante il periodo invernale resa possibile grazie alla sua struttura a tre vasche di marmo onice (pietra prodotta a Gesualdo) sovrapposte l’una all’altra in maniera decrescente, fungendo, così, da contenitori di neve.




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La seconda piazza principale di Gesualdo prende nome dal Re Umberto I, denominata tale in suo onore, nella quale sè presente la fontana della Neviera.


La grande fontana seicentesca si posiziona nel centro della piazza e si presenta a forma circolare; denominata anche “rotonda della névèra” poiché, anticamente, veniva utilizzata per congelare e mantenere freschi i cibi degli abitanti del posto durante il periodo invernale resa possibile grazie alla sua struttura a tre vasche di marmo onice (pietra prodotta a Gesualdo) sovrapposte l’una all’altra in maniera decrescente, fungendo, così, da contenitori di neve.




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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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LA FONTANA NEVIERA
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LA FONTANA NEVIERA
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Dedicata al vescovo di Mira san Nicola, patrono della cittadina, fu eretta, probabilmente intorno al XII secolo, a ridosso delle mura del castello, sul declivio del borgo medioevale. Di questo primo impianto mancano i riscontri documentali, anche se l'esistenza di una cripta (fatta murare dal vescovo Giovanni Paolo Torti Rogadei nel XVIII secolo), caratterizzante le chiese sorte tra XI e XIII secolo, fa pensare ad un impianto originario medievale. Le più antiche notizie attestanti l'esistenza della chiesa risalgono ai primi decenni del XVI secolo, anni in cui Gesualdo passò dal breve dominio del capitano spagnolo Consalvo de Cordoba a quello del feudatario Fabrizio I Gesualdo.


Durante il dominio dei Gesualdo la chiesa subì vari restauri ed ampliamenti in parte ancora leggibili nella parte più antica della muratura e ricordati da lapidi inserite all'interno del sacro edificio. Nel 1538, durante l'arcipretura del reverendo Mastronicola, venne arricchita da tribuna e coro ligneo e, successivamente, nel periodo delle Signorie di Carlo Gesualdo prima e di Niccolò I Ludovisi poi, venne impreziosita da un pregiatissimo corredo di opere pittoriche. Tra queste, di particolare rilevanza è senza dubbio la tela raffigurante la scena del miracolo della Madonna della Neve, ascrivibile alla committenza di Carlo Gesualdo. L'edificio fu in buona parte ricostruito in seguito al sisma del 1732 nelle forme in cui ancora oggi appare e riaperto al culto tra il 1755 e il 1760. Danneggiato pure dal terremoto del 1962 e da quello del 1980, rimase chiuso dagli anni Sessanta del Novecento fino al 6 dicembre 1997, data nella quale venne nuovamente riaperto al culto con grande partecipazione di popolo.


ùIncastonata tra le case e i palazzi del centro storico, in posizione prospettica su Piazza Umberto I, la chiesa presenta una pianta a croce latina e risulta a una sola navata. L'austera facciata è arricchita da un grandioso portale barocco in pietra da taglio, scolpito da Giuseppe Landi da Calvanico nel 1760. Oltre alle tele cinquecentesche e seicentesche, all'interno sono custoditi sette preziosi altari e una balaustra in marmi policromi, le statue dei santi Nicola, Giuseppe e Andrea (XVIII - XIX sec.), la bellissima Immacolata scolpita da Giuseppe Picano[2] (XVIII sec.), un fonte battesimale in marmo e onice di Gesualdo (XVIII sec.) e numerose reliquie, tra cui il braccio di sant'Andrea[3], che venne donato da Eleonora Gesualdo, badessa del celebre monastero del Goleto, in occasione del suo trasferimento a Gesualdo, avvenuto negli ultimi anni del Cinquecento, presso il fratello principe Carlo. Bella pure è la scala coclide in pietra che porta al pulpito e prosegue nel campanile, le cui campane furono fuse a Sant'Angelo dei Lombardi nel 1848.


È sede della Parrocchia dei Santi Nicola di Bari e Antonino Martire, il cui territorio coincide con quello comunale, nonché centro di coordinamento dei gruppi di preghiera "Padre Pio", dapprima a livello regionale (2017-2020) poi a livello diocesano.


http://www.comune.gesualdo.av.it/le-chiese/
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Dedicata al vescovo di Mira san Nicola, patrono della cittadina, fu eretta, probabilmente intorno al XII secolo, a ridosso delle mura del castello, sul declivio del borgo medioevale. Di questo primo impianto mancano i riscontri documentali, anche se l'esistenza di una cripta (fatta murare dal vescovo Giovanni Paolo Torti Rogadei nel XVIII secolo), caratterizzante le chiese sorte tra XI e XIII secolo, fa pensare ad un impianto originario medievale. Le più antiche notizie attestanti l'esistenza della chiesa risalgono ai primi decenni del XVI secolo, anni in cui Gesualdo passò dal breve dominio del capitano spagnolo Consalvo de Cordoba a quello del feudatario Fabrizio I Gesualdo.


Durante il dominio dei Gesualdo la chiesa subì vari restauri ed ampliamenti in parte ancora leggibili nella parte più antica della muratura e ricordati da lapidi inserite all'interno del sacro edificio. Nel 1538, durante l'arcipretura del reverendo Mastronicola, venne arricchita da tribuna e coro ligneo e, successivamente, nel periodo delle Signorie di Carlo Gesualdo prima e di Niccolò I Ludovisi poi, venne impreziosita da un pregiatissimo corredo di opere pittoriche. Tra queste, di particolare rilevanza è senza dubbio la tela raffigurante la scena del miracolo della Madonna della Neve, ascrivibile alla committenza di Carlo Gesualdo. L'edificio fu in buona parte ricostruito in seguito al sisma del 1732 nelle forme in cui ancora oggi appare e riaperto al culto tra il 1755 e il 1760. Danneggiato pure dal terremoto del 1962 e da quello del 1980, rimase chiuso dagli anni Sessanta del Novecento fino al 6 dicembre 1997, data nella quale venne nuovamente riaperto al culto con grande partecipazione di popolo.


ùIncastonata tra le case e i palazzi del centro storico, in posizione prospettica su Piazza Umberto I, la chiesa presenta una pianta a croce latina e risulta a una sola navata. L'austera facciata è arricchita da un grandioso portale barocco in pietra da taglio, scolpito da Giuseppe Landi da Calvanico nel 1760. Oltre alle tele cinquecentesche e seicentesche, all'interno sono custoditi sette preziosi altari e una balaustra in marmi policromi, le statue dei santi Nicola, Giuseppe e Andrea (XVIII - XIX sec.), la bellissima Immacolata scolpita da Giuseppe Picano[2] (XVIII sec.), un fonte battesimale in marmo e onice di Gesualdo (XVIII sec.) e numerose reliquie, tra cui il braccio di sant'Andrea[3], che venne donato da Eleonora Gesualdo, badessa del celebre monastero del Goleto, in occasione del suo trasferimento a Gesualdo, avvenuto negli ultimi anni del Cinquecento, presso il fratello principe Carlo. Bella pure è la scala coclide in pietra che porta al pulpito e prosegue nel campanile, le cui campane furono fuse a Sant'Angelo dei Lombardi nel 1848.


È sede della Parrocchia dei Santi Nicola di Bari e Antonino Martire, il cui territorio coincide con quello comunale, nonché centro di coordinamento dei gruppi di preghiera "Padre Pio", dapprima a livello regionale (2017-2020) poi a livello diocesano.


http://www.comune.gesualdo.av.it/le-chiese/
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LA CHIESA MADRE DI SAN NICOLA
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LA CHIESA MADRE DI SAN NICOLA
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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L’emblematico Castello di Gesualdo, ubicato nel cuore dell’omonimo paese, è divenuto ormai elemento identificativo del popolo e del territorio gesualdino.
Le origini della struttura restano ancora ignote e le tesi sviluppate a riguardo non sono altro che ipotesi, al momento; tra le più attendibili vi è un’associazione al periodo medievale e quindi ad un’origine normanna.
È a Carlo Gesualdo, principe di Venosa e noto compositore madrigalista (1566-1613), che si deve il restauro della struttura dal momento del suo arrivo in terra Irpina, il quale la scelse come sua dimora, donandogli uno stile visibilmente rinascimentale e adattandola alle sue esigenze artistiche.
Numerose calamità naturali hanno danneggiato la struttura, ma ciò non ha impedito la continua restaurazione. L’interesse nel mantenere in vita questa struttura è sempre stato acceso ed è ben noto grazie ai numerosi eventi che ruotano intorno ad esso. È quindi considerato un perno saldo nell’anima identitaria del paese.
Il Castello di Gesualdo situato nel cuore dell'Irpinia, oltre al suo fascino e al suggestivo panorama che offre col suo stile inconfondibile, si caratterizza a livello storico, artistico e musicale per le funzioni che ha svolto durante le varie epoche, dal medioevo fino ai giorni nostri; è caratterizzato da una pianta rettangolare fortificata agli angoli da torrette semicircolari e, sebbene la facciata richiami gli schemi architettonici ottocenteschi, all'interno è evidente un’impronta di arte gotica e rinascimentale. Il mutamento stilistico e architettonico è dovuto agli adattamenti che ha subito dalle sue origini (si presume medievali poiché ancora oggetto di studi) fino ad oggi.


Attualmente è possibile accedere solo parzialmente all’interno della struttura, a causa dei restauri in corso, e godere dello spettacolo che offre la parte accessibile; oltre alle varie stanze adibite ad eventi culturali e musicali, il cortile d’ingresso è un elemento caratteristico interno alla struttura nel quale, alzando lo sguardo al cielo, è possibile scorgere, sotto l’arco principale, l’inconfondibile stemma della famiglia Gesualdo e gli archi in stile rinascimentale che fanno da cornice alla vera da pozzo posizionata al centro.
Nel piano superiore, spesso utilizzato per celebrare cerimonie di varia natura, è possibile accedere al balcone principale denominato “Loggia del Belvedere” e caratterizzato da tre arcate, attraverso il quale è possibile ammirare la vista mozzafiato che oltrepassa i confini del paese.



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L’emblematico Castello di Gesualdo, ubicato nel cuore dell’omonimo paese, è divenuto ormai elemento identificativo del popolo e del territorio gesualdino.
Le origini della struttura restano ancora ignote e le tesi sviluppate a riguardo non sono altro che ipotesi, al momento; tra le più attendibili vi è un’associazione al periodo medievale e quindi ad un’origine normanna.
È a Carlo Gesualdo, principe di Venosa e noto compositore madrigalista (1566-1613), che si deve il restauro della struttura dal momento del suo arrivo in terra Irpina, il quale la scelse come sua dimora, donandogli uno stile visibilmente rinascimentale e adattandola alle sue esigenze artistiche.
Numerose calamità naturali hanno danneggiato la struttura, ma ciò non ha impedito la continua restaurazione. L’interesse nel mantenere in vita questa struttura è sempre stato acceso ed è ben noto grazie ai numerosi eventi che ruotano intorno ad esso. È quindi considerato un perno saldo nell’anima identitaria del paese.
Il Castello di Gesualdo situato nel cuore dell'Irpinia, oltre al suo fascino e al suggestivo panorama che offre col suo stile inconfondibile, si caratterizza a livello storico, artistico e musicale per le funzioni che ha svolto durante le varie epoche, dal medioevo fino ai giorni nostri; è caratterizzato da una pianta rettangolare fortificata agli angoli da torrette semicircolari e, sebbene la facciata richiami gli schemi architettonici ottocenteschi, all'interno è evidente un’impronta di arte gotica e rinascimentale. Il mutamento stilistico e architettonico è dovuto agli adattamenti che ha subito dalle sue origini (si presume medievali poiché ancora oggetto di studi) fino ad oggi.


Attualmente è possibile accedere solo parzialmente all’interno della struttura, a causa dei restauri in corso, e godere dello spettacolo che offre la parte accessibile; oltre alle varie stanze adibite ad eventi culturali e musicali, il cortile d’ingresso è un elemento caratteristico interno alla struttura nel quale, alzando lo sguardo al cielo, è possibile scorgere, sotto l’arco principale, l’inconfondibile stemma della famiglia Gesualdo e gli archi in stile rinascimentale che fanno da cornice alla vera da pozzo posizionata al centro.
Nel piano superiore, spesso utilizzato per celebrare cerimonie di varia natura, è possibile accedere al balcone principale denominato “Loggia del Belvedere” e caratterizzato da tre arcate, attraverso il quale è possibile ammirare la vista mozzafiato che oltrepassa i confini del paese.



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IL CASTELLO DI GESUALDO
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IL CASTELLO DI GESUALDO
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Il Palazzo Pisapia, è stato edificato nella prima metà del XVII secolo come palazzo signorile ed è uno dei cinque palazzi commissionati dal principe Carlo Gesualdo per le famiglie che l’avrebbero succeduto. La struttura è costruita in pietra fortificata e presenta una loggia caratteristica a quattro archi in pietra calcarea, sono sorretti da colonne con capitello dorico, e offrono un suggestivo panorama.
All'interno del palazzo è presente, il giardino pensile all’italiana, di forma quadrangolare, che funge anche da terrazzo. Il palazzo, nell’arco degli anni, ha subito vari mutamenti a causa delle continue ristrutturazioni.



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Il Palazzo Pisapia, è stato edificato nella prima metà del XVII secolo come palazzo signorile ed è uno dei cinque palazzi commissionati dal principe Carlo Gesualdo per le famiglie che l’avrebbero succeduto. La struttura è costruita in pietra fortificata e presenta una loggia caratteristica a quattro archi in pietra calcarea, sono sorretti da colonne con capitello dorico, e offrono un suggestivo panorama.
All'interno del palazzo è presente, il giardino pensile all’italiana, di forma quadrangolare, che funge anche da terrazzo. Il palazzo, nell’arco degli anni, ha subito vari mutamenti a causa delle continue ristrutturazioni.



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PALAZZO PISAPIA
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PALAZZO PISAPIA
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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La Real Fabbrica di Capodimonte detiene il marchio di fabbrica ed è quindi l’unica realtà produttiva le cui opere hanno diritto a fregiarsi del giglio borbonico. L’Istituto e la Real Fabbrica di Capodimonte sono un’esperienza unica in Italia e nel mondo, che si sono resi protagonisti di un programma di sviluppo e promozione della porcellana di Capodimonte con realtà produttive, Università, strutture di tutela dei beni culturali, Enti di valorizzazione e governo del territorio nell’ambito di una più ampia valorizzazione della didattica e della formazione derivante dal
riconoscimento di indirizzo raro rilasciato dal MIUR nel 2017.
Sono attivi, inoltre, il Museo Didattico integrato (MudiLab) con il Sistema Museale napoletano (Capodimonte, Floridiana, Museo Artistico Industriale), nel quale è possibile reperire informazioni su strumenti, modelli, forme, tecniche di lavorazione; il giardino didattico realizzato dalla Scuola
Superiore di Arte dei Giardini del Museo e Real Bosco di Capodimonte; il servizio conto terzi; l’incubatore d’impresa, per avere tutti i servizi necessari in un'unica sede, con un unico interlocutore one-stop-shop; il Forno civico a servizio delle aziende e degli artigiani; il servizio di consulenza specialistica da parte di esperti tecnico-scientifici e di impresa; un centro di ricerca e documentazione e i laboratori di prototipazione rapida; laboratori sulla porcellana aperti al pubblico, negli spazi della Real Fabbrica di Capodimonte: progettati per diverse tipologie di utenti, per i bambini, per le scuole, ma anche per adulti, appassionati e per chi vuole approfondire o specializzarsi.
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La Real Fabbrica di Capodimonte detiene il marchio di fabbrica ed è quindi l’unica realtà produttiva le cui opere hanno diritto a fregiarsi del giglio borbonico. L’Istituto e la Real Fabbrica di Capodimonte sono un’esperienza unica in Italia e nel mondo, che si sono resi protagonisti di un programma di sviluppo e promozione della porcellana di Capodimonte con realtà produttive, Università, strutture di tutela dei beni culturali, Enti di valorizzazione e governo del territorio nell’ambito di una più ampia valorizzazione della didattica e della formazione derivante dal
riconoscimento di indirizzo raro rilasciato dal MIUR nel 2017.
Sono attivi, inoltre, il Museo Didattico integrato (MudiLab) con il Sistema Museale napoletano (Capodimonte, Floridiana, Museo Artistico Industriale), nel quale è possibile reperire informazioni su strumenti, modelli, forme, tecniche di lavorazione; il giardino didattico realizzato dalla Scuola
Superiore di Arte dei Giardini del Museo e Real Bosco di Capodimonte; il servizio conto terzi; l’incubatore d’impresa, per avere tutti i servizi necessari in un'unica sede, con un unico interlocutore one-stop-shop; il Forno civico a servizio delle aziende e degli artigiani; il servizio di consulenza specialistica da parte di esperti tecnico-scientifici e di impresa; un centro di ricerca e documentazione e i laboratori di prototipazione rapida; laboratori sulla porcellana aperti al pubblico, negli spazi della Real Fabbrica di Capodimonte: progettati per diverse tipologie di utenti, per i bambini, per le scuole, ma anche per adulti, appassionati e per chi vuole approfondire o specializzarsi.
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COMUNE DI GESUALDO
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COMUNE DI GESUALDO
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La Chiesa fu costruita grazie al principe Carlo Gesualdo, il quale ne gettò solo le fondamenta, poiché terminata in seguito da Nicolò Ludovisi (marito di Isabella Gesualdo, nipote ed unica erede di Carlo) nella prima metà del XVII secolo.
L’altare maggiore è dedicato alla Vergine del Rosario, dalla quale prende nome, mentre, entrando, l’altare che si trova sulla destra è dedicato a S. Vincenzo Ferreri, in onore del quale, l’ultima domenica di agosto, si svolge il tradizionale “Volo dell’angelo”, la festività che fa da emblema all’identità del popolo Gesualdino.
Il rito della festa è assai suggestivo, attrae turisti di qualsiasi provenienza e rappresenta un valido motivo di rimpatrio nelle vacanze estive di emigranti; il rituale risale al 1822 e rievoca l’antica lotta tra il bene ed il male che vede come protagonisti Lucifero e l’Angelo del Signore (interpretato da un bambino, o una bambina, di non più di 10 anni munito di armatura e spada, retto da una fune d’acciaio tesa dal castello al campanile della chiesa). La parte recitata dall’angelo è rimasta immutata nel tempo, mentre il diavolo apporta sempre modifiche al copione, adattandolo agli eventi ricorrenti, soprattutto nella prosa satirica dove si immedesima nel male e nei potenti del mondo. Il teatrale duello viene aperto e chiuso dall’ingresso e dall’uscita della statua del santo, sulle note della marcia di Radetzky, il quale funge da spettatore principale poiché posizionato al centro della piazza.
La rappresentazione si chiude in serata con la simbolica vittoria del bene sul male, la processione ed il lancio del cestino di rose e di caramelle da parte dell’angelo, la quale attrae soprattutto bambini.


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La Chiesa fu costruita grazie al principe Carlo Gesualdo, il quale ne gettò solo le fondamenta, poiché terminata in seguito da Nicolò Ludovisi (marito di Isabella Gesualdo, nipote ed unica erede di Carlo) nella prima metà del XVII secolo.
L’altare maggiore è dedicato alla Vergine del Rosario, dalla quale prende nome, mentre, entrando, l’altare che si trova sulla destra è dedicato a S. Vincenzo Ferreri, in onore del quale, l’ultima domenica di agosto, si svolge il tradizionale “Volo dell’angelo”, la festività che fa da emblema all’identità del popolo Gesualdino.
Il rito della festa è assai suggestivo, attrae turisti di qualsiasi provenienza e rappresenta un valido motivo di rimpatrio nelle vacanze estive di emigranti; il rituale risale al 1822 e rievoca l’antica lotta tra il bene ed il male che vede come protagonisti Lucifero e l’Angelo del Signore (interpretato da un bambino, o una bambina, di non più di 10 anni munito di armatura e spada, retto da una fune d’acciaio tesa dal castello al campanile della chiesa). La parte recitata dall’angelo è rimasta immutata nel tempo, mentre il diavolo apporta sempre modifiche al copione, adattandolo agli eventi ricorrenti, soprattutto nella prosa satirica dove si immedesima nel male e nei potenti del mondo. Il teatrale duello viene aperto e chiuso dall’ingresso e dall’uscita della statua del santo, sulle note della marcia di Radetzky, il quale funge da spettatore principale poiché posizionato al centro della piazza.
La rappresentazione si chiude in serata con la simbolica vittoria del bene sul male, la processione ed il lancio del cestino di rose e di caramelle da parte dell’angelo, la quale attrae soprattutto bambini.


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CHIESA DEL SS ROSARIO
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CHIESA DEL SS ROSARIO
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Informazioni utili


Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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CHIESA DEL SS SACRAMENTO
IL CAPPELLONE
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CHIESA DEL SS SACRAMENTO
IL CAPPELLONE
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Nella Piazza Umberto I, in cui si ammira una magnifica fontana costruita proprio al centro nel 1688, l’opera più imponente è il Cappellone.


L’edificio presenta nella sua globalità tre forme strutturali:


1) la parte bassa (base), con la facciata in pietra, decorata da intagli a rilievo, è prismatica a base quadrata;


2) la parte centrale (tamburo), nella quale si aprono quattro finestroni perfettamente allineati con i punti cardinali, è cilindrica;


3) la parte alta (cupola) è perfettamente emisferica.


È un edificio vistoso ed imponente che ha il prospetto ben lavorato in travertino prospiciente su un’ ampia scala di nove scalini in uguale pietra realizzata nel 1842 dai maestri scalpellini Pesiri di Gesualdo.Dal cornicione lapideo in su l’architettura della chiesa è a forma cilindrica con quattro piccole finestre contrapposte.Il tutto è sormontato da una bellissima cupola a sua volta sormontata da altra cupola molto piccola che poggia su quattro pilastrini.
In cima vi è una croce e sotto ad essa una banderuola ben lavorata.La costruzione è da attribuire a Domenico Ludovisi e a suo figlio Nicolò che la portò a termine nel 1736.
All’interno è esposta la tela del Palio, celebrativa dell’incontro riconciliatore tra Carlo e Emanuele Gesualdo.
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Nella Piazza Umberto I, in cui si ammira una magnifica fontana costruita proprio al centro nel 1688, l’opera più imponente è il Cappellone.


L’edificio presenta nella sua globalità tre forme strutturali:


1) la parte bassa (base), con la facciata in pietra, decorata da intagli a rilievo, è prismatica a base quadrata;


2) la parte centrale (tamburo), nella quale si aprono quattro finestroni perfettamente allineati con i punti cardinali, è cilindrica;


3) la parte alta (cupola) è perfettamente emisferica.


È un edificio vistoso ed imponente che ha il prospetto ben lavorato in travertino prospiciente su un’ ampia scala di nove scalini in uguale pietra realizzata nel 1842 dai maestri scalpellini Pesiri di Gesualdo.Dal cornicione lapideo in su l’architettura della chiesa è a forma cilindrica con quattro piccole finestre contrapposte.Il tutto è sormontato da una bellissima cupola a sua volta sormontata da altra cupola molto piccola che poggia su quattro pilastrini.
In cima vi è una croce e sotto ad essa una banderuola ben lavorata.La costruzione è da attribuire a Domenico Ludovisi e a suo figlio Nicolò che la portò a termine nel 1736.
All’interno è esposta la tela del Palio, celebrativa dell’incontro riconciliatore tra Carlo e Emanuele Gesualdo.
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Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
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Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, 80138 Napoli NA
## Media ### Titolo album_1B2CEACE_7B47_F647_41D8_F072A005110B.label = Piazza Umberto I album_965120FA_BE76_8F73_41E1_B131907EF86E.label = GENERALE album_965120FA_BE76_8F73_41E1_B131907EF86E_0.label = Festività di San Vincenzo Ferreri (1) album_965120FA_BE76_8F73_41E1_B131907EF86E_1.label = Festività di San Vincenzo Ferreri (2) album_965120FA_BE76_8F73_41E1_B131907EF86E_2.label = Festività di San Vincenzo Ferreri (3) album_965120FA_BE76_8F73_41E1_B131907EF86E_3.label = Festività di San Vincenzo Ferreri (4) album_965120FA_BE76_8F73_41E1_B131907EF86E_4.label = Festività di San Vincenzo Ferreri (5) album_969ED702_BE71_7293_41E4_705245F855F9.label = Album Fotografico Fontana dei Putti nel dettaglio album_969ED702_BE71_7293_41E4_705245F855F9_0.label = Fontana dei Putti nel dettaglio album_969ED702_BE71_7293_41E4_705245F855F9_1.label = Fontana dei Putti album_999AD6C2_BE72_F393_41E6_372DEA9D7403.label = Album Fotografico Chiesa e piazza in prospettiva dal Castello album_999AD6C2_BE72_F393_41E6_372DEA9D7403_0.label = Chiesa e piazza in prospettiva dal Castello album_999AD6C2_BE72_F393_41E6_372DEA9D7403_1.label = Chiesa e piazza Neviera album_999AD6C2_BE72_F393_41E6_372DEA9D7403_2.label = Chiesa in piazza vista dal Castello album_AC5BB92E_A2B3_31A5_41D7_95EED12F3734.label = Castello album_AD99CFFB_A26D_7BE7_41A9_7CD24E28194F.label = Palazzo Piasapia album_C0334E5E_D2D1_60ED_41CF_D446237EA8EC.label = Album Fotografico Anima di Maria D'avalos (2) album_C0334E5E_D2D1_60ED_41CF_D446237EA8EC_0.label = Anima di Maria D'avalos (2) album_C0334E5E_D2D1_60ED_41CF_D446237EA8EC_1.label = Anima di Maria D'avalos (1) album_CA1437A2_D2FF_6055_41E6_499B54F7B868.label = Album Fotografico Arciliuto (1) album_CA1437A2_D2FF_6055_41E6_499B54F7B868_0.label = Arciliuto (1) album_CA1437A2_D2FF_6055_41E6_499B54F7B868_1.label = Arciliuto (2) album_CA1437A2_D2FF_6055_41E6_499B54F7B868_2.label = Arciliuto (3) album_D936FB67_F3D1_FA7C_41EA_AE68574E94E2.label = Album Fotografico Fontana Dei Putti (1) album_D936FB67_F3D1_FA7C_41EA_AE68574E94E2_0.label = Fontana Dei Putti (1) album_D936FB67_F3D1_FA7C_41EA_AE68574E94E2_1.label = Fontana dei Putti (2) album_D936FB67_F3D1_FA7C_41EA_AE68574E94E2_2.label = Fontana dei Putti (3) album_D936FB67_F3D1_FA7C_41EA_AE68574E94E2_3.label = Fontana dei Putti (dettaglio) album_D936FB67_F3D1_FA7C_41EA_AE68574E94E2_4.label = Fontana dei Putti album_DDB97433_F3DF_EDD4_41C6_06122DC26429.label = Album Fotografico Chiesa del SS Rosario album_DDB97433_F3DF_EDD4_41C6_06122DC26429_0.label = Chiesa del SS Rosario album_DDB97433_F3DF_EDD4_41C6_06122DC26429_1.label = Chiesa del Rosario (interno) (1) album_DDB97433_F3DF_EDD4_41C6_06122DC26429_2.label = Chiesa del rosario (interno) album_DDB97433_F3DF_EDD4_41C6_06122DC26429_3.label = Chiesa del SS Rosario (1) album_F6888A7B_E2EF_1369_41DA_2205103EAE05.label = Album Fotografico Clavicembalo cromatico (1) album_F6888A7B_E2EF_1369_41DA_2205103EAE05_0.label = Clavicembalo cromatico (1) album_F6888A7B_E2EF_1369_41DA_2205103EAE05_1.label = Clavicembalo cromatico (2) album_F6888A7B_E2EF_1369_41DA_2205103EAE05_2.label = Clavicembalo cromatico (3) album_F68DDD88_E329_1197_41CC_0D0A6B976FCE.label = Album Fotografico Carlo Gesualdo (1) album_F68DDD88_E329_1197_41CC_0D0A6B976FCE_0.label = Carlo Gesualdo (1) album_F68DDD88_E329_1197_41CC_0D0A6B976FCE_1.label = Carlo Gesualdo (2) album_F68DDD88_E329_1197_41CC_0D0A6B976FCE_2.label = Scarpe di Carlo Gesualdo panorama_A7A2A34B_A9C6_1A80_41C3_96AC9BAC28A9.label = PIC_2021_07_05_16_32_31_20210715113038 panorama_A7A440A0_A9C6_1780_41C7_51CC7ED92EB9.label = PIC_2021_07_05_16_41_38_20210715113043 panorama_A7A44F9B_A9C7_E980_41A9_D85C7FC61007.label = PIC_2021_07_05_16_45_25_20210715113043 panorama_A7A48110_A9C6_3680_41AA_BF8D3EB66FC6.label = PIC_2021_07_05_16_38_20_20210715113043 panorama_A7A49042_A9C7_F680_41DB_4E2AED5489ED.label = PIC_2021_07_05_16_43_39_20210715113043 panorama_A7A4A1E6_A9C6_1980_41E0_B59E1491EFD4.label = PIC_2021_07_05_16_36_19_20210715113043 panorama_A7A4A7C9_A9C5_F980_41D7_6193A5C9B519.label = PIC_2021_07_05_17_37_28_20210715113043 panorama_A7A4C8FD_A9C6_3780_41C6_6C2565A466B4.label = PIC_2021_07_05_17_26_31_20210715113043 panorama_A7A4D2A9_A9C6_7B80_41E0_C27D0F1B6D68.label = PIC_2021_07_05_16_34_53_20210715113043 panorama_A7A4F87D_A9C6_1680_41DB_4B7DBFD72C9D.label = PIC_2021_07_05_17_28_42_20210715113043 panorama_A7A51A80_A9C6_6B80_41CC_941114CC813C.label = PIC_2021_07_05_17_16_53_20210715113043 panorama_A7A51B85_A9C6_2980_41DA_3731594425E0.label = PIC_2021_07_05_17_09_16_20210715113043 panorama_A7A51D51_A9C6_EE80_41CE_C6DEE35413CF.label = PIC_2021_07_05_17_04_51_20210715113043 panorama_A7A52DCF_A9C6_2980_41E1_D47833E660E9.label = PIC_2021_07_05_16_55_58_20210715113043 panorama_A7A549EF_A9C6_6980_41DF_751834FD49FB.label = PIC_2021_07_05_17_21_40_20210715113043 panorama_A7A55B14_A9C6_2A80_41D9_F8CF52B655A0.label = PIC_2021_07_05_17_13_56_20210715113043 panorama_A7A55F9F_A9C6_2980_41D0_D29AA7DC4674.label = PIC_2021_07_05_16_48_00_20210715113043 panorama_A7A5793C_A9C6_1680_41D2_F47229634F1B.label = PIC_2021_07_05_17_24_25_20210715113043 panorama_A7A57ED0_A9C6_6B80_41D3_35309A1EDB02.label = PIC_2021_07_05_16_51_03_20210715113043 panorama_A7A58F1F_A9C6_2A80_41D0_2695933826CA.label = PIC_2021_07_05_16_49_24_20210715113043 panorama_A7A5BE50_A9C6_6A80_41C5_E0EDC7F4DBC8.label = PIC_2021_07_05_16_53_53_20210715113043 panorama_A7A5CBD4_A9C6_E980_41E2_79D499E82211.label = PIC_2021_07_05_17_07_13_20210715113043 panorama_A7A5EDB0_A9C6_2980_41E4_76DD2EA5906A.label = PIC_2021_07_05_16_59_05_20210715113043 panorama_A7B6672D_A9C6_3A80_41CB_78F1C4022E7E.label = Castello di Gesualdo, cortile panorama_A7BB1336_A9DA_1A80_41E4_179722B85720.label = PIC_2021_07_05_17_43_56_20210715113043 panorama_A7BB26A1_A9DA_1B80_41CB_1F166FDE6665.label = PIC_2021_07_05_17_39_19_20210715113043 panorama_A7BB2B98_A9DA_2980_41D1_2CB7A0D8FC88.label = PIC_2021_07_05_17_48_35_20210715113043 panorama_A7BB4104_A9DA_7680_41E4_5048CE3B4C74.label = PIC_2021_07_05_17_44_25_20210715113043 panorama_A7BB54F8_A9DA_1F80_41DE_403CB50EA8FB.label = PIC_2021_07_05_18_03_23_20210715113043 panorama_A7BB5691_A9DA_3B80_41D2_7924548E7F37.label = PIC_2021_07_05_18_01_50_20210715113043 panorama_A7BB581E_A9DA_1680_41E3_61B3E857C147.label = PIC_2021_07_05_18_00_56_20210715113043 panorama_A7BB6348_A9DA_7A80_41C1_8F9278A64F01.label = PIC_2021_07_05_18_04_26_20210715113043 panorama_A7BB6546_A9DA_3E80_41B4_D238987B09FE.label = PIC_2021_07_05_17_40_19_20210715113043 panorama_A7BB6ECF_A9DA_6B80_41DF_B46C06BF1CB4.label = PIC_2021_07_05_17_44_57_20210715113043 panorama_A7BBED56_A9DA_2E80_41E4_6FB05B13C520.label = PIC_2021_07_05_17_46_50_20210715113043 panorama_A7BBF969_A9DA_F680_41D9_9B6F1F2FCDBA.label = Castello di Gesualdo, biglietteria photo_96020456_BE77_96B3_41CE_BFD41668F0E9.label = Castello esterno - foto 360 photo_96020456_BE77_96B3_41CE_BFD41668F0E9.label = Castello esterno - foto 360 photo_962B9776_BE73_9173_41E1_EA3D7A18C489.label = Cappellone photo_962B9776_BE73_9173_41E1_EA3D7A18C489.label = Cappellone photo_965E93F7_BE76_B171_41E5_F961E16BA977.label = Cappellone photo_965E93F7_BE76_B171_41E5_F961E16BA977.label = Cappellone photo_965EFBD8_BE72_91BF_41DC_CCF610EC6324.label = Fontana dei Putti nel dettaglio photo_965EFBD8_BE72_91BF_41DC_CCF610EC6324.label = Fontana dei Putti nel dettaglio photo_96CD0AF2_BE7E_9373_41DB_2FC81AC6B98A.label = Castello esterno - prospettiva dal basso photo_96CD0AF2_BE7E_9373_41DB_2FC81AC6B98A.label = Castello esterno - prospettiva dal basso photo_9903986E_BE71_7E93_41DC_4ACDA27931A6.label = Chiesa e piazza Neviera photo_9903986E_BE71_7E93_41DC_4ACDA27931A6.label = Chiesa e piazza Neviera photo_9903BDF0_BE71_718F_41E2_F8C4B300D3BC.label = Chiesa in piazza vista dal Castello photo_9903BDF0_BE71_718F_41E2_F8C4B300D3BC.label = Chiesa in piazza vista dal Castello photo_99042BF7_BE76_B171_41D1_0BEDB0239422.label = Fontana e Cappellone photo_99042BF7_BE76_B171_41D1_0BEDB0239422.label = Fontana e Cappellone photo_9904C127_BE76_8E91_41E4_0059B1822AAF.label = Fontana photo_9904C127_BE76_8E91_41E4_0059B1822AAF.label = Fontana photo_990694E0_BE71_978F_41D2_26660C2BF6CC.label = Foto 360 dalla quale si scorgono due stradine che sfociano una in P.zza Umberto I, l'altra nel centro storico e Palazzo Pisapia photo_990694E0_BE71_978F_41D2_26660C2BF6CC.label = Foto 360 dalla quale si scorgono due stradine che sfociano una in P.zza Umberto I, l'altra nel centro storico e Palazzo Pisapia photo_9906A589_BE71_9191_41E0_DE59093500DF.label = Parte del Palazzo Pisapia nel centro storico photo_9906A589_BE71_9191_41E0_DE59093500DF.label = Parte del Palazzo Pisapia nel centro storico photo_99074FD5_BE71_B1B1_41E1_781603EA4322.label = Centro storico - centro abitato photo_99074FD5_BE71_B1B1_41E1_781603EA4322.label = Centro storico - centro abitato photo_99075086_BE71_8F93_41E2_504388EA10E2.label = Palazzo Pisapia - ingresso principale photo_99075086_BE71_8F93_41E2_504388EA10E2.label = Palazzo Pisapia - ingresso principale photo_9907666F_BE71_F291_41E1_BB5265F5702B.label = Palazzo Piasapia - Balcone esterno photo_9907666F_BE71_F291_41E1_BB5265F5702B.label = Palazzo Piasapia - Balcone esterno photo_990C55A4_BE76_9197_41DD_8880F0765EDE.label = WhatsApp Image 2021-06-10 at 22.04.58 photo_990C55A4_BE76_9197_41DD_8880F0765EDE.label = WhatsApp Image 2021-06-10 at 22.04.58 photo_990C610B_BE76_8E91_41C0_1D018792A3C8.label = Sala eventi (parte accessibile) photo_990C610B_BE76_8E91_41C0_1D018792A3C8.label = Sala eventi (parte accessibile) photo_990C6BA5_BE76_B191_41E1_D76822CC1740.label = Stemma della famiglia Gesualdo photo_990C6BA5_BE76_B191_41E1_D76822CC1740.label = Stemma della famiglia Gesualdo photo_990C713F_BE76_8EF1_41BB_92B200F9B97B.label = Retro del Castello photo_990C713F_BE76_8EF1_41BB_92B200F9B97B.label = Retro del Castello photo_990C904A_BE76_8E93_41E6_85B73328F096.label = Vera da Pozzo nel cortile photo_990C904A_BE76_8E93_41E6_85B73328F096.label = Vera da Pozzo nel cortile photo_990CD65D_BE76_B2B1_41E2_820006EC3FA2.label = Scale interne (parte accessibile) photo_990CD65D_BE76_B2B1_41E2_820006EC3FA2.label = Scale interne (parte accessibile) photo_990D4BFC_BE77_7177_41E2_22B3E715C027.label = Portico interno al cortile photo_990D4BFC_BE77_7177_41E2_22B3E715C027.label = Portico interno al cortile photo_990D5714_BE77_92B7_41E6_E822447DD7D5.label = Cortile interno - foto 360 photo_990D5714_BE77_92B7_41E6_E822447DD7D5.label = Cortile interno - foto 360 photo_990D6551_BE77_96B1_41D8_F3C12F3B995A.label = Castello esterno (3) photo_990D6551_BE77_96B1_41D8_F3C12F3B995A.label = Castello esterno (3) photo_990D89CA_BE77_F193_4176_560E8F5290D3.label = Castello esterno (1) photo_990D89CA_BE77_F193_4176_560E8F5290D3.label = Castello esterno (1) photo_990D8BDD_BE77_B1B1_41E0_0B1D8544EAA8.label = Castello visuale esterna - parte bassa - Foto 360 photo_990D8BDD_BE77_B1B1_41E0_0B1D8544EAA8.label = Castello visuale esterna - parte bassa - Foto 360 photo_990D92CE_BE77_7393_41BF_E7DD2F0DE059.label = Loggia del Belvedere photo_990D92CE_BE77_7393_41BF_E7DD2F0DE059.label = Loggia del Belvedere photo_990D9F8C_BE77_9197_41DA_B45A0C946119.label = Castello esterno - prospettiva dal basso photo_990D9F8C_BE77_9197_41DA_B45A0C946119.label = Castello esterno - prospettiva dal basso photo_990DAA5C_BE77_92B7_41DD_D14DFBF91815.label = Castello esterno (4) photo_990DAA5C_BE77_92B7_41DD_D14DFBF91815.label = Castello esterno (4) photo_990DAF92_BE77_F1B3_41E6_8EFDEB7F1605.label = Castello esterno (2) photo_990DAF92_BE77_F1B3_41E6_8EFDEB7F1605.label = Castello esterno (2) photo_990EEF68_BE77_929F_41E1_868A5205D530.label = Castello esterno photo_990EEF68_BE77_929F_41E1_868A5205D530.label = Castello esterno photo_990F4B99_BE76_91B1_41DD_E06CA5546C60.label = Sala dedicata agli eventi musicali (parte accessibile) photo_990F4B99_BE76_91B1_41DD_E06CA5546C60.label = Sala dedicata agli eventi musicali (parte accessibile) photo_993E744B_BE72_F691_41B2_0E1B7459EA23.label = Fontana dei Putti photo_993E744B_BE72_F691_41B2_0E1B7459EA23.label = Fontana dei Putti photo_99611F39_BE7E_F2F1_41E0_B92DA1049ADF.label = Castello esterno (2) photo_99611F39_BE7E_F2F1_41E0_B92DA1049ADF.label = Castello esterno (2) photo_99613526_BE7E_F693_41D8_7FE55268C6BB.label = Castello esterno (1) photo_99613526_BE7E_F693_41D8_7FE55268C6BB.label = Castello esterno (1) photo_996149E1_BE7E_9191_4182_42E181A51F85.label = Castello esterno (3) photo_996149E1_BE7E_9191_4182_42E181A51F85.label = Castello esterno (3) photo_99616ABE_BE71_73F3_4184_FF5CBEBA3205.label = Castello visuale esterna - parte bassa - Foto 360 photo_99616ABE_BE71_73F3_4184_FF5CBEBA3205.label = Castello visuale esterna - parte bassa - Foto 360 photo_99617371_BE7E_B171_41D4_57BF12E76FAA.label = Castello esterno (4) photo_99617371_BE7E_B171_41D4_57BF12E76FAA.label = Castello esterno (4) photo_996185E6_BE71_9193_41E5_519BCAFA62A6.label = Cortile interno - foto 360 photo_996185E6_BE71_9193_41E5_519BCAFA62A6.label = Cortile interno - foto 360 photo_99618967_BE71_BE91_41E7_2265702D7C24.label = Loggia del Belvedere photo_99618967_BE71_BE91_41E7_2265702D7C24.label = Loggia del Belvedere photo_9961AEE3_BE71_9391_41B3_47D5ED17EC40.label = Retro del Castello photo_9961AEE3_BE71_9391_41B3_47D5ED17EC40.label = Retro del Castello photo_9961B34A_BE71_9293_41C6_9BA2F8631A33.label = Sala dedicata agli eventi musicali (parte accessibile) photo_9961B34A_BE71_9293_41C6_9BA2F8631A33.label = Sala dedicata agli eventi musicali (parte accessibile) photo_9961CD9B_BE7E_B1B1_41E2_317CEA076558.label = Castello esterno photo_9961CD9B_BE7E_B1B1_41E2_317CEA076558.label = Castello esterno photo_996228CA_BE73_FF93_41E4_A0A43B27E3D3.label = Fontana photo_996228CA_BE73_FF93_41E4_A0A43B27E3D3.label = Fontana photo_9962CF95_BE73_91B1_41D4_F20F5D075D6F.label = Fontana e Cappellone photo_9962CF95_BE73_91B1_41D4_F20F5D075D6F.label = Fontana e Cappellone photo_996E0587_BE71_B191_41CC_773C747D8D90.label = Scale interne (parte accessibile) photo_996E0587_BE71_B191_41CC_773C747D8D90.label = Scale interne (parte accessibile) photo_996E2FFF_BE71_B171_41B3_F0C2E966ECB1.label = Stemma della famiglia Gesualdo photo_996E2FFF_BE71_B171_41B3_F0C2E966ECB1.label = Stemma della famiglia Gesualdo photo_996E37FF_BE71_9171_417A_675B8AE6FB75.label = Vera da Pozzo nel cortile photo_996E37FF_BE71_9171_417A_675B8AE6FB75.label = Vera da Pozzo nel cortile photo_996E3D30_BE71_968F_41C0_77D7E46F0FF7.label = Sala eventi (parte accessibile) photo_996E3D30_BE71_968F_41C0_77D7E46F0FF7.label = Sala eventi (parte accessibile) photo_996E4604_BE71_9297_41E4_745FBBC3BAA0.label = Portico interno al cortile photo_996E4604_BE71_9297_41E4_745FBBC3BAA0.label = Portico interno al cortile photo_9971B9BB_BE7E_91F1_41AA_A1751B5D783C.label = Palazzo Pisapia - ingresso principale photo_9971B9BB_BE7E_91F1_41AA_A1751B5D783C.label = Palazzo Pisapia - ingresso principale photo_997C3F9D_BE71_71B1_41E4_4846BB1DA9C4.label = Palazzo Piasapia - Balcone esterno photo_997C3F9D_BE71_71B1_41E4_4846BB1DA9C4.label = Palazzo Piasapia - Balcone esterno photo_999B9563_BE7F_B691_41B4_9A2C03081E11.label = Centro storico - centro abitato photo_999B9563_BE7F_B691_41B4_9A2C03081E11.label = Centro storico - centro abitato photo_99A69503_BE71_B691_41E2_B276FDD571E7.label = Centro abitato nel centro storico photo_99A69503_BE71_B691_41E2_B276FDD571E7.label = Centro abitato nel centro storico photo_99AD5E95_BE71_93B1_41D9_17A56C9419FD.label = Chiesa e piazza in prospettiva dal Castello photo_99AD5E95_BE71_93B1_41D9_17A56C9419FD.label = Chiesa e piazza in prospettiva dal Castello photo_99E3C5E7_BE71_7191_41C3_FE0130AA150C.label = Parte del Palazzo Pisapia nel centro storico photo_99E3C5E7_BE71_7191_41C3_FE0130AA150C.label = Parte del Palazzo Pisapia nel centro storico photo_D03E89AA_F3F2_E6F4_41E3_23DD670276DB.label = Emanuele Gesualdo photo_D638CD8A_C2EC_71EE_41C5_9CE01E4F28B4.label = Fondovalle photo_D638CD8A_C2EC_71EE_41C5_9CE01E4F28B4.label = Fondovalle photo_D980A81C_F3D2_25CC_41E0_37276B25E665.label = Fontana dei Putti photo_D980A81C_F3D2_25CC_41E0_37276B25E665.label = Fontana dei Putti photo_DF1D004B_F3D2_25B4_41B2_79C280DD8257.label = Fontana dei Putti nel dettaglio photo_DF1D004B_F3D2_25B4_41B2_79C280DD8257.label = Fontana dei Putti nel dettaglio photo_F011077E_E8C7_E64C_41E8_79AA5EB6CC9F.label = Carlo-gesualdo-détail photo_F61B7C4A_E749_29B4_418C_524687EF1063.label = Maria D'Avalos (1) photo_F9B79EB4_E36B_13FF_41D5_A13D37A0C61C.label = Anima di Maria D'avalos (2) photo_FC2CEE03_E8C9_29B4_41CA_9D2FD7441CEA.label = Chitarra italiana photo_FC776901_E8C8_EBB4_41D6_6EA51F282227.label = Chitarra Spagnola photo_FDE414C4_E8C7_1ABC_41E8_345894048DFE.label = Arciliuto (2) ## Popup ### Corpo htmlText_E82E0EAC_E74B_66CC_41D9_429CE4A6A444.html =
MARIA D’AVALOS
1562-1590
Principessa consorte di Venosa. Prima moglie di Carlo Gesualdo, del quale era cugina di primo grado e più grande di quattro anni. Dal loro matrimonio nacque Emanuele. La sua vita si concluse in tragedia con il delitto compiuto su mandato del marito dopo la scoperta del tradimento con il duca Fabrizio Carafa.
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L’affresco posizionato sotto la volta d’ingresso del cortile del castello fu creato in onore delle nozze tra Isabella Gesualdo (nipote ed unica erede di Carlo) e Niccolò Ludovisi, principe di Piombino, nel 1622. Purtroppo, la cessione dell’eredità al figlio Giovanni Battista, nel 1658, segnò la fine della dinastia che si estinse nel 1682 a causa dell’incompetenza della gestione patrimoniale, vendendo tutto per appena 12.000 ducati.
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Lo stemma risale al 1586, situato sulla parete che sovrasta il portone il quale si affaccia sul giardino del castello. Fu commissionato da Carlo in onore dell’unione in matrimonio con Maria D'Avalos, fatto poi coprire, dopo quattro anni, dallo stesso Carlo, con una coltre di intonaco di 4-5 cm, per cancellare ogni traccia della donna e del suo ricordo, fatta uccidere sotto sua commissione per averlo tradito col conte Carafa; lo stemma verrà poi alla luce durante lavori di restauro dal 2011 al 2015.
Si può ben notare come sullo stemma della famiglia D’Avalos ci sia stata una maggiore intenzione di occultamento, tanto che non sia stato possibile rimetterlo in luce; al contrario, si evince come per la famiglia D’Aquino (legata fortemente con i D’Avalos, tanto da identificarsi nello stesso stemma di famiglia) Carlo ebbe la delicatezza di non arrecargli offesa, lasciando intatto lo stemma a bande oblique.
Caratterizzato dalla presenza del leone rampante con cinque gigli rossi il quale dichiara origini normanne; all’origine i 5 gigli rossi non c’erano e furono aggiunti quando Carlo D’Angiò divenne Re d’Italia il quale volle ricompensare Elia II Gesualdo per essersi mostrato valoroso in alcuni episodi di battaglia, così da poter fregiare il suo stemma con un valore aggiunto.
All’origine, lo stemma era caratterizzato dal solo leone nero e nel 1302, circa, furono aggiunti i gigli rossi; ciò è testimoniato non solo da fonti bibliografiche, ma anche archeologiche, poiché tra le mura del paese possiamo trovare, in alcuni scorci, lo stemma risalente al periodo alto medievale scolpito su pietra.
Si ritiene che l’occultamento dello stemma per quasi quattro secoli sia stata una fortuna, vista l’integrità mantenuta e lo stupore suscitato dopo averlo scoperto.
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CARLO GESUALDO
1566 -1613
Principe di Venosa, conte di Conza e signore di Gesualdo. Figlio di Fabrizio Gesualdo e di Geronima Borromeo. Sposò nel 1586 Maria D'Avalos. Dal matrimonio nacque Emanuele.
Il matrimonio si concluse in tragedia con il delitto compiuto dopo la scoperta del tradimento della
moglie con il duca Fabrizio Carafa. Nel 1594 sposò a Ferrara, in seconde nozze, Eleonora D'Este, da cui nacque Alfosino. Fu uomo di profonda fede religiosa e mecenate.
A lui si deve la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie e della chiesa della Madonna degli Afflitti. La sua fama mondiale è legata alla composizione musicale di madrigali, tanto da meritarsi la definizione di "Principe dei Musici".
I costumi d'epoca sono realizzati dalla signora Tecla Solomita e donati al Comune di Gesualdo per essere esposti all'interno del Castello.
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PIETRO MALIZIALE Alias BARDOTTO
n.c. - n. c .
Stalliere, garzone alle dipendenze di Carlo Gesualdo.
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SILVIA ALBANO
n.c. - n. c .
Ancella alla corte di Carlo Gesualdo.
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IL CLAVICEMBALO CROMATICO
La descrizione del "cimmalo grande" appartenuto a Carlo Gesualdo fornisce indicazioni precise sulla lunghezza che doveva avere lo strumento, pari a circa 236 cm (nove palmi napoletani di 262,01mm), con decorazioni pittoriche all’interno e all’esterno, ed una tastiera munita di ottave stese e cromatiche.
Quest’ultima caratteristica va riferita al significato che si dava in quel periodo all’espressione cembalo cromatico, quando per cromatico si intendeva un cembalo con tasti spezzati che forniva per ciascuna nota sia il diesis che il bemolle. Tra Cinquecento e Seicento furono costruiti un. Buon numero di strumenti cromatici ed enarmonici. E’ il matrimonio con Leonora d’Este ed il primo soggiorno ferrarese del 1594 a schiudere le porte alla conoscenza da parte di Gesualdo di alcune nuove tipologie di strumenti musicali: tra questi un clavicembalo che dovette suscitare non poco stupore del principe Carlo, oltreché una smisurata ammirazione per il musico più celebrato alla corte di Alfonso II, l’organista Luzzasco Luzzaschi.
[…] fù a Ferrara il Signor Carlo Gesualdo Principe di Venosa, per sposar la Signora Donna Leonora d’Este, Sorella del Signor D. Cesare, per occasione della cui venuta tutti li Musici, e in particolare, quelli del Duca ebbero occasione di mostrar il loro valore, essendo che quel Principe, era intendentissimo di quella nobilissima facoltà proportionata solo agli animi nobili; onde frà tutti, che’egli udì, lodò particolarmente il Sig. Luzzasco dè Luzzaschi Organista sua maniera di suonare, e per certo strumento Inarmonico, che suonando gli fè udire.
Quella cronaca raccontava difatti del primo incontro di Gesualdo con l’archincembalo di Nicola Vicentino avvenuto in presenza del padre teatino Scipione Stella, al seguito del Principe a Ferrara.
Diversamente, compositori del tempo di Gesualdo scrissero per cembalo cromatico, strumento che aveva conosciuto una discreta diffusione a Napoli, tanto che Trabaci descriveva lo strumento con 19 note per ottava come cimbalo cromatico comune. Composizioni per questo strumento sono contenute nel manoscritto di Luigi Rossi, giovane allievo di Jean de Macque, oggi conservato alla British Library, testimone che accoglie tra l’altro la Canzon francese del Principe, unica composizione per cembalo dovuta a Carlo Gesualdo.
Nell'inventario del castello di Gesualdo si fa anche riferimento ad un secondo cembalo, definito di «grandezza ordinaria», provvisto anch'esso di «sua cassa e piedi». Di un esemplare con queste caratteristiche, proveniente dal castello di Gesualdo, resta traccia grazie ad una documentazione fotografica che ne comprova anche l’esistenza di una sua controcassa.
Questo strumento, ritenuto perduto, ha rappresentato un riferimento per la riproduzione della rosetta del nostro cembalo cromatico rappresentante la Stella di David.
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LA CHITARRA SPAGNOLA
Simbolo di una tendenza dilagante non solo propria della Napoli di primo Seicento, la chitarra spagnola trovò una mirabile diffusione nell'ambito delle accademie nobiliari tanto da farla divenire presto uno degli strumenti più popolari nell'Europa del XVII e secolo. La sua popolarità, già prima della morte del principe Carlo, è testimoniata dall'apparizione della precoce edizione a stampa di un alfabeto per chitarra spagnola dovuto al compositore di origine pugliese Melcarne detto "il
Montesardo". Uno strumento che di fatto andava a sostituire la chitarra all'italiana e che di questa ne ereditava accordatura e repertorio.
Non poteva restare indifferente a tale moda Carlo Gesualdo, tantomeno i costruttori del tempo, principalmente rappresentati nell'intera penisola italiana e in particolar modo nella capitale del viceregno di Spagna dagli artigiani appartenenti alla comunità tedesca. Non solo per tale motivo, ma anche perché riteniamo si tratti di uno degli esemplari più rappresentativi del periodo, la scelta per il Castello di Gesualdo è ricaduta sulla riproduzione della chitarra Magno Longo appartenente alle collezioni del Castello Sforzesco di Milano, esemplare di straordinaria bellezza, e rilevante per pregio dei materiali. on ultima, la firma di uno dei protagonisti assoluti dell'artigianato liutario a Napoli tra Cinque e Seicento, Magno Longo, protagonista insieme a molti altri liutai di origine bavarese di uno dei più affascinanti fenomeni migratori che coinvolte non solo liutai ma insieme ad artigiani di ogni sorta, pittori, musici e principalmente alabardieri, a Napoli al servizio della guardia vicereale.
Tale fenomeno visse il suo momento di maggiore intensità proprio al tempo del principe Gesualdo, quando la capitale vicereale fece registrare la contemporanea presenza di alcuni tra i più celebri costruttori di liuti e di chitarre del tempo: Georg Kayser. Jacob Stadler ed il più giovane Matteo Sellas, allievo proprio di Magno Longo e destinato a diventare uno dei più celebri liutai della Venezia della prima metà del Seicento.
Allo strumento che per questo progetto si è ritenuto di riprodurre era toccata una sorte comune a molti altri sopravvissuti al loro tempo, la trasformazione in chitarra battente. La riproduzione per il Castello di Gesualdo ha restituito le condizioni originali allo strumento, grazie ad un'attenta ricostruzione filologica, basata sulla predisposizione di una serie di esami
scientifici condotti sullo strumento originale, Castello realizzati grazie alla collaborazione del CNR -Ivalsa, che consegnano alla storia di questo strumento e al Castello Sforzesco di Milano, che ne è proprietario, un non trascurabile bagaglio di nuove informazioni.
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POLISSENA DI FURSTENBERG
1588-1649
Contessa di Furstenberg. Moglie di Emanuele Gesualdo, madre di isabella e di Leonora Emanuela Carolina.
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EMANUELE GESUALDO
1588-1613
Conte di Conza. Figlio di Carlo Gesualdo e Maria D'Avalos. Marito di Polissena di Furstenberg, padre di Isabella e di Leonora Emanuela Carlina.
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ISABELLA GESUALDO
1588-1649
Principessa di Venosa e contessa di Conza. Figlia di Emanuele Gesualdo e Polissena di Furstenberg. Moglie di Niccolò Ludovisi. Nipote ed unica erede di Carlo Gesualdo.
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MARIA D’AVALOS
1562-1590
Principessa consorte di Venosa. Prima moglie di Carlo Gesualdo, del quale era cugina di primo grado e più grande di quattro anni. Dal loro matrimonio nacque Emanuele. La sua vita si concluse in tragedia con il delitto compiuto su mandato del marito dopo la scoperta del tradimento con il duca Fabrizio Carafa.
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LA CHITARRA ITALIANA
Camera à man diritta
[...] Una chitarra di grandezza ordinaria con il manico di avolio, con tastiatura bianca e nera [...], detta chitarra è però scassata e guasta. I Si conserva dentro una cassa di legno coperta di corame antica [...] *
La scarna descrizione della chitarra presente tra gli strumenti del Principe, «scassata e guasta», conservata in una «cassa di legno coperta di corame antica», lascia pensare con tutta probabilità ad uno strumento che alla data del 1630, anno di redazione dell'inventario dei beni del castello di Gesualdo, fosse già dismesso da tempo.
L'assenza di ogni ulteriore indicazione tipologica - accanto all'appellativo di chitarra - ci ha orientati soprattutto verso quel tipo di strumento che per tutto il Rinascimento e fino agli inizi del Seicento venne comunemente indicato con il nome di chitarra italiana. Basti consultare a tale proposito l'edizione del 1612 del dizionario dell'Accademia della Crusca nel quale essa viene definita: "Liuto piccolo, che manca del basso, e del soprano".
Uno strumento indiscutibilmente ancora in voga al tempo di Gesualdo, stando alle testimonianze della trattatistica napoletana del periodo. Si pensi alla menzione che della chitarra all'italiana (o più precisamente del chitarrino, di dimensioni più contenute rispetto agli esemplari di grandezza ordinaria) fa Scipione Cerreto nel suo trattato Della prattica musica vocale et strumentale (1601), nel quale si documenta questo strumento con la denominazione di «Chitarra à sette corde, detto Bordelletto alla Taliana».
L'esemplare del castello di Gesualdo non doveva essere però un "bordelletto", ma evidentemente una chitarra a nove corde, data la pressoché certa indicazione proveniente dall'inventario dei beni gesualdiani nel quale essa viene definita «di grandezza ordinaria».
Che Gesualdo fosse poi suonatore di questo strumento ed inevitabilmente protagonista di questa fase di transizione che ne vide l'abbandono a favore della nascente chitarra spagnola è testimonialo dalle parole del marchese Vincenzo Giustiniani che nel 1628 scrive:
[ .... ] nell'istesso tempo si introdusse la Chitarra alla spagnola pertulta Italia, massime in Napoli, che unita con la Tiorba, pare che abbiano congiurato di sbandire affatto il Liuto; et è quasi riuscito a punto, come il modo di vestire alla spagnola in Italia prevale a tutte le altre foggie. [ ... ] Il suonare di Chitarra napoletana resta affatto dismesso in Roma, e quasi anche in Napoli, con la quale già suonavano in eccellenza Don Ettore Gesualdo [ricordato anche come suonatore di viola] e Fabritio Fillomarino [suonatore di liuto) in conserto con il Prencipe suddetto di Venosa.
Ed è a questo punto ancor più evidente quanto il loro ruolo, insieme a quello di molti altri, abbia contribuito alla interscambiabilità del repertorio tra i due strumenti, portando con sé, la nuova tipologia, anche qualche fondamentale caratteristica del suo predecessore come l'accordatura.
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CARLO BORROMEO
1538 -1584
Arcivescovo di Milano e Cardinale presbitero di Santa Prassede. Venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica dal 1610. Fratello di Geronima Borromeo nonché zio di Carlo Gesualdo.
I costumi d'epoca sono realizzati dalla signora Tecla Solomita e donati al Comune di Gesualdo per essere esposti all'interno del Castello.
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L'ARCIULITO
Camera à man diritta
[ ... ] Un 'aree leuto grande con due rose nella tubba (sic) sta dentro una cascia di legno coperta di corame nero foderata di {raso (sic) rosso ogni cosa assai consomato [ ... ) *
Tra gli strumenti appartenuti al principe Carlo Gesualdo quello che esprime il maggiore debito con la corte estense di Ferrara è l'arciliuto. Un incontro che Gesualdo fa in occasione del suo secondo soggiorno ferrarese già sul finire del dicembre 1594, quando è Ferrara per la nascita dell'erede Alfonsino. E' questo il tempo in cui nel duca Alfonso II matura il proposito della committenza di un nuovo liuto, con il corpo più lungo rispetto ai liuti di grandezza ordinaria.
La vicenda trova racconto nelle parole di un celebre liutista del tempo, Alessandro Piccinini, che al servizio del duca d'Este si reca a Padova presso la bottega di «Christofano Heberle, principalissimo liutaro», uno dei più rappresentativi liutai tedeschi insediatesi in gran numero in quella città:
[ ... ) et li feci fare per prova un liuto di corpo così longo, che serviva per tratta dei contrabassi, et haveva due scannelli molto lontani, uno da l'altro, et riuscì di poca voce, perche non si potevano toccare i contrabassi appresso lo scanello; tal che io ne feci far'un'altro con la tratta al manico, et riuscì buonissimo, poi simile a questo ne feci far tre altri con maggiore diligenza e riuscirono isquisiti, i quali tutti portai a Ferrara dove dal Serenissimo mio signore, et dall'eccellentissimo principe di Venosa, il qual con esso lui li portò alla volta di Napoli, etne lasciò uno in Roma, che vi capitò alle mani del Cavalier del Liuto, il qual sempre l'adoperò gustandoli infinitamente tale inventione; et essendo io a Roma, dopo la morte del Cavalier sopradetto, il medesimo liuto mi ritornò nelle mani.
Quell'altro poi arciliuto del corpo longo detto di sopra, quand'andai al servitio dell'illustrissimo cardinale Pietro Aldobrandino lo lasciai in Ferrara al signore Antonio Goretti mio tanto caro amico, il quale ancora lo conserva nel suo celebre studio di musica.
Il racconto di Piccinini non lascia dubbi sul fatto che Gesualdo dovette ricevere due dei tre liuti riusciti "isquisiti", uno lasciato in Roma nelle mani del Cavaliere del Liuto, alias Vincenzo Pinti, l'altro portato con sé alla volta di Napoli. Ancora più certo è il fatto che l'arciliuto con il corpo lungo (il primo esemplare realizzato), fu lasciato dal Piccinini a Ferrara ad Antonio Go retti, finito poi per alterne vicende nelle collezioni del Kunsthistorishes Museum di Vienna.
E' proprio l'analisi più attenta sull'esemplare di Vienna, condotta nell'ambito di questo progetto, ad imporre però una qualche nuova riflessione. Come mai l'arciliuto Tieffenbrucker (ma Eberle) reca nella parte bassa della tavola armonica un numero 2 stampato a fuoco? E' possibile che si tratti dei un secondo esemplare e non del prototipo?
Ed inoltre, senza voler forzare in alcun modo l'interpretazione di tale simbolo, quale spiegazione dare alla presenza di un leone rampante con dei gigli nella rosa grande dello strumento? Infine, perché due rose applicate sulla tavola armonica in maniera quanto meno grossolana, e non ricavate, come era nella prassi costruttiva del tempo e sicuramente consona alle capacità di un costruttore come Eberle, definito proprio dal Piccinini «principalissimo liutaro»?
Sembra dunque indubbio che Goretti riceva il primo, come afferma lo stesso Piccinini, Gesualdo due dei tre esemplari con la tratta, mentre l'esemplare di Vienna risulterebbe il secondo. E' plausibile che Gesualdo trattenga con sé un esemplare più affine al prototipo, a questo punto da numerare 1 e quindi da identificare come primo esemplare? Perché nell'inventario gesualdiano si parla di un "aree leuto grande" ?
Riteniamo che il redattore si volesse riferire se non al proto-arciliuto, perlomeno ad un esemplare che vi somigliasse molto ed evidentemente dissimile dai due arciliuti riusciti "isquisiti", donati da Alfonso II al principe di Venosa, dal momento che questi dovessero avere una prolunga del manico, la "tratta lunga", e di conseguenza il corpo di dimensioni più contenute. Questo non tanto per la presenza delle due rose, ma soprattutto per l'avvertita necessità di specificare che il suo corpo fosse grande. E c'è da confidare in una comprovata competenza da parte del redattore di quell'inventario (o forse come è più probabile da parte di un suo consulente), stando alle descrizioni così dettagliate degli altri strumenti. Ricordiamo che non è poi così usuale trovare indicazioni persino relative alle misure di questi, come per il clavicembalo cromatico, o delle loro canne, come nel caso dell'organo.
* Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Archivio Boncompagni-Ludovisi, Inventario di tutte le robbe si ritrovano nel castello di Gesualdo, prot. 274, serie V, n. 2, c. 71or.
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ELEONORA D'ESTE
1561 – 1637
Nobile ferrarese. Principessa di Modena e Reggio. Seconda moglie di Carlo Gesualdo, al quale si congiunse in matrimonio nel 1594 e da cui ebbe un figlio di nome Alfonsino.
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ALFONSINO GESUALDO
1595 -1600
Patrizio Napoletano, figlio di Carlo Gesualdo e Eleonora D'Este.
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TORQUATO TASSO
1544- 1595
Letterato italiano. Poeta, scrittore e drammaturgo.
La sua opera più importante è la Gerusalemme liberata. Abituale frequentatore della corte di Carlo Gesualdo e autore di madrigali.
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CARLO GESUALDO
1566 -1613
Principe di Venosa, conte di Conza e signore di Gesualdo. Figlio di Fabrizio Gesualdo e di Geronima Borromeo. Sposò nel 1586 Maria D'Avalos. Dal matrimonio nacque Emanuele.
Il matrimonio si concluse in tragedia con il delitto compiuto dopo la scoperta del tradimento della
moglie con il duca Fabrizio Carafa. Nel 1594 sposò a Ferrara, in seconde nozze, Eleonora D'Este, da cui nacque Alfosino. Fu uomo di profonda fede religiosa e mecenate.
A lui si deve la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie e della chiesa della Madonna degli Afflitti. La sua fama mondiale è legata alla composizione musicale di madrigali, tanto da meritarsi la definizione di "Principe dei Musici".
I costumi d'epoca sono realizzati dalla signora Tecla Solomita e donati al Comune di Gesualdo per essere esposti all'interno del Castello.
### Titolo window_D011B92B_F3D2_27F4_41DF_A0292B6FAEAD.title = MARIA D’AVALOS window_D04ED910_F3F6_E7D4_41D5_C8D0A11A91BE.title = ISABELLA GESUALDO window_D0B932DE_F3EE_2A4C_41BA_FFB41E25D713.title = EMANUELE GESUALDO window_D1031C9E_F3F6_3ECC_41E4_B7EF5F3B7279.title = POLISSENA DI FURSTENBERG window_D1119224_F3F1_E5FC_41ED_707F21020998.title = MARIA D’AVALOS window_D59249F3_F3F2_E654_41DF_D1111BFC6C76.title = SILVIA ALBANO window_D5995D1A_F3F2_5FD4_41E0_1BC4BB67815C.title = PIETRO MALIZIALE Alias BARDOTTO window_D5B831A9_F3FE_26F4_41C8_562D28EA62CA.title = ALFONSINO GESUALDO window_D65B69C3_F3FE_66B4_41D1_1F8E0229893B.title = ELEONORA D'ESTE window_D69BA7BC_F3F2_2ACC_41E5_3551248CE038.title = CARLO GESUALDO window_D6B63665_F3F2_2A7C_41D3_737D9B90E335.title = CARLO BORROMEO window_D73F3C54_F3F2_FE5C_41E8_D98FCCC0FB47.title = TORQUATO TASSO window_D78C3972_F3FE_2654_41DE_04E3053444D1.title = L'ARCILIUTO window_DAA8AF57_F3F2_DA5C_41CF_D3AE206D7D23.title = IL CLAVICEMBALO CROMATICO ## Hotspot ### Tooltip HotspotPanoramaOverlayArea_81C308F8_AA3A_3780_41D5_1E3F541426A1.toolTip = MUSEO HotspotPanoramaOverlayArea_B4A778ED_A9C6_1780_41D1_02E159FDDAC5.toolTip = GIARDINO HotspotPanoramaOverlayArea_BCD025C7_A9FA_3980_41E2_BE9976EA0454.toolTip = VISITA IL CORTILE HotspotPanoramaOverlayArea_C4A2D4BD_F3B2_2ECC_41D3_AF0FE769BAEB.toolTip = ESCI DAL CASTELLO ## E-Learning ### Nome Punteggio score1.label = GAME ### Schermata Domanda quizQuestion_82BE1C54_9063_EAEC_41B1_949683A2D957.ok = OK ### Schermata Report quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.completion = Completed quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.description = - SCORE - quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.downloadCSV = Download .csv quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.elapsedTime = Time quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.items = Items Found quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.questions = Questions quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.questionsCorrect = Correct quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.questionsIncorrect = Incorrect quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.repeat = Repeat quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.submitToLMS = Submit quizScore_82B8EC54_9063_EAEC_41E0_01012C64B6BC.title = - SCORE - ### Schermata Timeout quizTimeout_82BD3C54_9063_EAEC_41C6_0B7A04A2F3B0.repeat = Repeat quizTimeout_82BD3C54_9063_EAEC_41C6_0B7A04A2F3B0.score = View Score quizTimeout_82BD3C54_9063_EAEC_41C6_0B7A04A2F3B0.title = - TIMEOUT -